F di FEED BACK

Perchè secondo voi abbiamo inserito una parola in inglese, come Feed Back, nel vocabolario della Gentilezza per declinare la lettera F?

Cosa c’è di gentile quando il tuo capo o un tuo collega ti dice, alla fine di un lavoro: “Mi aspetto un tuo feed back!”, oppure o un formatore a conclusione di un percorso formativo ti chiede: “Quale è il tuo feed back?”.

Partiamo dalla constatazione che questa parola è entrata a far parte del nostro vocabolario, sia in senso tecnico e sia in senso figurato, per indicare una risposta, una reazione che segue un’azione fatta direttamente o alla quale si è partecipato indirettamente. Una reazione il cui contenuto influenza l’azione successiva.

Non a caso questa parola scelta per la lettera F segue le prime parole che abbiamo declinato per le rispettive altre prime lettere. A dire che per riuscire a darsi un feed back “gentile” occorre essere in Ascolto, predisporsi al Bene e alla Benevolenza, sintonizzarsi con la natura profonda del nostro essere (Compassione), accettare la Diversità e ricordarsi che siamo accomunati dalla stessa natura umana di Esseri viventi.

Quando diamo o riceviamo una risposta, una reazione che nasce da questi presupposti, allora lo scambio comunicativo sarà qualificato da “gentilezza”.

Un feed back gentile alimenta la relazione interpersonale, la fa evolvere e crescere nel tempo, la incardina sul riconoscimento reciproco dato alla pari dignità di pensiero, di espressione verbale e non verbale di ciascun interlocutore.

Lo scambio comunicativo diventa rispettoso e aperto, ricettivo della diversità di pensieri, di scelte, di decisioni, di emozioni e di sentimenti scambiati. Con ciò esso contribuisce ad educare i nostri pre-concetti e pre-giudizi, ci aiuta a decentrarci dal nostro “centro egoico” e a rivedere la tendenza verso l’autoreferenzialità.


Paola Fusaro