M di MOTIVAZIONE
Arrivati a questo punto del nostro alfabeto, appare come una considerazione quasi naturale, quella secondo la quale, essere e comportarsi in modo gentile fuoriesce da una scelta precisa, che riguarda il modo con cui vogliamo stare al mondo, sia in quello privato e sia in quello professionale.
Ne consegue che la Motivazione ricopre un posto determinante nell’impegno di mantenere tale scelta nel tempo. Una scelta sottoposta al quotidiano logorio delle sfide e delle fatiche che derivano dal fronteggiare costantemente la complessità delle relazioni e dei contesti di vita che abitiamo.
L’alto grado di articolazione dei processi relazionali e degli scambi comunicativi che ci coinvolgono richiedono motivazioni profonde, resistenti agli assalti delle frustrazioni e anche, talvolta, delle delusioni che possono sorprenderci lungo i nostri cammini di vita.
Una Motivazione matura, che cresce nel tempo e si sviluppa contemporaneamente alla nostra esperienza umana e professionale, le cui radici fondano nel terreno della conoscenza di sé, delle personali abilità e competenze e anche nell’orizzonte di senso e di significato valoriale che eleggiamo a guida del nostro stare al mondo.
Una Motivazione consapevole ci consente di rendere ragione del perché decidiamo di comportarci in modo gentile e ci abilita nell’argomentare, in modo convincente, tale ragione ai nostri interlocutori, risultando persuasivi circa la fondatezza di tale scelta.
In ciò risiede, pertanto, il carattere persuasivo della motivazione che può attrarre altre persone verso la medesima scelta, contribuendo alla diffusione di comportamenti dal carattere gentile. Dunque, alla motivazione si lega la volontà nel perseguire ciò che la sostanzia, ciò che la rende ragionevole, libera e chiara; infine, persuasiva e diffusiva.
La motivazione è anche dinamica perché si sposta dal piano soggettivo verso quello collettivo, aggregando più persone sulla qualità gentile dei comportamenti, con i quali entriamo in relazione gli uni con gli altri.
Paola Fusaro
