U di UMILTA'


Ecco l’umiltà. Non si mostra non afferma non proferisce. Si avvicina al silenzio.

(Casimiro De Brito- poeta e scrittore portoghese)


Nelle relazioni di comunità, l’umiltà è un ingrediente prezioso, una sorta di attivatore del rinnovamento personale e della crescita, ma anche della comunicazione interpersonale assertiva e della cooperazione.

Facile dunque vedere in essa un attributo della gentilezza.

Diversa dal pudore, come ci ricorda lo psichiatra inglese Neel Burton, da questo si discosta per la sua radice profonda ancorata ad una realistica e oggettiva immagine di sé.

Una persona realmente umile vede dunque sé stessa in modo obbiettivo, riconoscendo le proprie qualità e le proprie debolezze in virtù di una percezione mai esagerata o sottovalutata del proprio posto nel gruppo.

Consapevole di ciò che può essere migliorato e pronta a vedere chiaramente e con sguardo accogliente altre persone, altre qualità, altre ricchezze, la persona che esprima umiltà cresce fidandosi e affidandosi al feed back e ai saperi altrui senza timore di perdere autorevolezza o potere..

Secondo lo studio dei ricercatori, David A. Waldman e Angelo Kinicki della Arizona State University, l'umiltà intesa in tal modo, induce benefici quali una maggiore predisposizione al confronto aperto, una più naturale fluida condivisione delle informazioni, la realizzazione di processi decisionali orientati al dialogo e al consenso. L'umiltà implica infine la capacità di tenere in egual considerazione il valore dei nostri e altrui bisogni; mediare su di essi avverrà con minore sforzo in un clima relazionale sereno, rispettoso e cooperativo.

Valeria Pruzzi