R di RELAZIONE


Abbiamo associato la lettera R alla parola Relazione anche se questa appare essere alquanto inflazionata. Tuttavia, è talmente decisiva per le nostre esistenze da farci vincere ogni indugio. Al fine di fugare il rischio di cadere in una argomentazione retorica, ci siamo rivolte ad un pensatore dell’ambito filosofico ed etico. Lo abbiamo individuato a motivo della riflessione che muove e che a noi appare essere convincente in quanto fondante ogni comunità umana. Riteniamo inoltre che, forse mai come in questa epoca, urge ridare cittadinanza alle discipline filosofiche ed etiche anche negli ambienti professionali e lavorativi, per riandare al nucleo delle esperienze che ci identificano e ci individuano come esseri umani.

Lui si chiama Vito Mancuso[1].

Egli parte dall’evidenza, osservabile in tutti i sistemi naturali, secondo la quale ogni vivente è guidato dalla logica relazionale per mantenersi in vita, ponendo in questo compito lo scopo principale della sua esistenza.

Egli afferma che ogni elemento o soggetto vivente è il risultato di relazioni, di aggregazioni e di interazioni e che questo vale per tutto, nell’ordine: prima la relazione e poi la sostanza.

Tutto quello che esiste si presenta a noi come un sistema di relazioni, compreso l’homo sapiens: il suo nucleo cosciente, il suo corpo tutto sono il risultato delle sue relazioni, a partire dagli atomi che ne sono alla base, i quali a loro volta sono il risultato di altre aggregazioni.

La relazione è pertanto la logica dentro la quale ognuno di noi si è trovato a nascere e ad esistere. Ne consegue un compito individuale diretto per ciascuno di noi ed uno collettivo per tutti, ovvero quello di entrare in sintonia con la logica relazionale mediante l’adozione di comportamenti sintonici con essa.

Si tratta per ciò di armonizzarci esternamente ed internamente con i suoni diversi dal proprio, rappresentati dalla natura, dalla società, dagli altri esseri umani, per vivere da persone accordate e raccordate tra loro.

È possibile questa doppia accordatura: interna ed esterna a noi? Oppure siamo destinati a vivere “scordati”?

Verbo interessante questo, in quanto ci suggerisce che se non viviamo dentro una logica relazionale rischiamo di essere scordati, dimenticati. Soltanto la relazione ci consente di restare vivi e di continuare ad esserlo anche se non più presenti e questo non necessita di una morte fisica, corporea, bensì relazionale. Si può infatti smettere di esistere nei nostri contesti lavorativi semplicemente perché nessuno è rimasto a noi legato e viceversa.

Una prima diretta ed immediata conseguenza è che la qualità delle relazioni dicono della qualità della nostra vita, individuale e collettiva.


Paola Fusaro


[1] Vito Mancuso: teologo e filosofo, ha insegnato presso l’università Vita Salute San Raffaele di Milano, e degli studi di Padova. È autore di numerosi libri tra cui La forza di essere migliori, Garzanti 2019.